Gestire una pagina LinkedIn aziendale (bene) nel 2025

Francesco De Nobili
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Francesco De NobiliWebinar del 23/09/2025

Lo strumento più potente (e sottovalutato) per dare autorevolezza al tuo brand e generare opportunità nel B2B.

Hai una pagina aziendale LinkedIn, ma i risultati scarseggiano?
Ti sembra di pubblicare a vuoto, senza visibilità né interazioni reali?

LinkedIn è molto più di un social: è una piattaforma di contenuti, reputazione e relazioni.
Ma per ottenere risultati non basta esserci: serve una gestione coerente, strategica, coinvolgente.

In questo webinar Francesco De Nobili, LinkedIn Expert e consulente per aziende B2B, ti mostrerà come trasformare una pagina aziendale da presenza passiva a leva attiva di business.

COSA IMPARERAI

  • Come ottenere il massimo dalla gestione strategica della pagina aziendale
  • Come educare i colleghi all’uso efficace e coordinato della pagina
  • Come aumentare la visibilità organica con contenuti e azioni concrete
  • Quali strumenti gratuiti usare per migliorare l’efficacia della pagina
  • Quali opzioni a pagamento hanno davvero senso… e quali evitare

Domande e considerazioni trattate

  • 52:15Come escluder persone dalla pubblicazione?
  • 53:46Come coinvolgere i dipendenti/collaboratori?
  • 59:00Come gestire il ped della pagina?
  • 01:01:20Come gestire i servizi se facciamo consulenza sap?
  • 01:03:00Quali sono i primi step per una piccola azienda?

LinkedIn per aziende: cosa funziona davvero oggi

LinkedIn è un social, sì, ma con regole sue. La piattaforma è cresciuta molto in utenti e soprattutto in ricavi pubblicitari: questo ha abbassato la portata organica delle pagine aziendali. La differenza chiave rispetto ad altri canali? Su LinkedIn il dato professionale è unico (ruolo, settore, seniority, azienda, geografia, formazione) e consente un targeting preciso, utile sia nel B2B sia — sempre più spesso — nel B2C di qualità.

Conseguenza pratica: trattalo come uno strumento professionale e integrato, non come un clone di Instagram o Facebook.

Pagina aziendale + persone: la coppia che porta risultati

Una pagina perfetta senza voci interne che la “supportano” resta zoppa. Oggi i risultati arrivano dall’incrocio di:

  • Employee Advocacy: raccontare l’azienda “da dentro” con i profili di persone chiave (commerciale, HR, marketing/comunicazione, figure apicali e tecniche).

  • Social Selling: usare dati e contenuti per un “corteggiamento informativo”, non per l’outreach a freddo.

Perché i profili contano: con i profili scegli (e pulisci) i collegamenti, quindi scegli il pubblico. La pagina, invece, subisce i follower.

Perché l’organico non basta più

La reach organica delle pagine è crollata: “impression” alte non significano persone raggiunte e coinvolte. Lo si vede nei click reali.

  • Attenzione al bias “interno”: usando l’ABM/Hub Aziende (funzione visibile quando c’è almeno una campagna attiva), molte pagine scoprono che l’80–90% delle impression organiche arriva da colleghi del gruppo o… dai competitor.

  • Errore comune: chiedere ai colleghi di “ricondividere” i post della pagina. L’algoritmo penalizza le condivisioni pure e la diffusione resta interna, poco autentica e poco “contattabile”.

Meglio: pubblicazioni originali dai profili (con voce personale) e interazioni mirate e non “di massa”.

La mossa #1 per la pagina: attiva la Newsletter LinkedIn

È lo strumento organico più efficace della pagina perché genera notifiche in-app e via email agli iscritti a ogni nuovo articolo.

  • Requisiti minimi: ~150 follower di pagina e qualche contenuto pubblicato.

  • Come partire: crea la newsletter; i follower saranno invitati automaticamente a iscriversi (tassi medi iniziali attorno al 20%).

  • Perché funziona: le visualizzazioni dell’articolo (dato reale) superano di molto quelle dei post standard.

Pro tip: affianca LinkedIn Ads all’articolo della newsletter. Con una campagna “always on”:

  • porti persone a leggere il contenuto,

  • aumenti i follower di pagina,

  • converti lettori in iscritti (anche indirettamente, grazie alle notifiche automatiche di LinkedIn).

Ads: non un “di più”, ma parte del canale

Dire “facciamo LinkedIn senza advertising” oggi significa guardare 20 minuti di un film e uscire dalla sala. I motivi:

  • Portata organica bassa per le pagine.

  • Target professionale unico (che paghi per raggiungere).

  • Possibilità di ottimizzare i costi con campagne always on e creatività collegate alla newsletter.

Budget contenuti? Anche piccole realtà possono testare con soglie giornaliere ridotte e ottimizzazione progressiva.

Sezioni “nascoste” che valgono oro

Sulla pagina, oltre al feed, ci sono aree spesso ignorate:

  • Servizi: elenca ciò che offri, con media e call to action; migliora la trovabilità nel motore interno.

  • Prodotti: mini-schede prodotto dentro il database prodotti di LinkedIn (con categorie). Se idonei, entrate che possono riflettersi anche nell’ecosistema Microsoft/Bing. L’utente che visita può ricevere notifiche di follow-up: ottimo per la domanda latente.

Cosa pubblicare: formati e accortezze

Poco, meglio, e utile. Nel B2B (ma non solo) vince l’informazione concreta.

  • Caroselli PDF: guide sintetiche, “come si fa”, check-list, use case; si leggono in muto e durano nel tempo.

  • Evergreen: ripubblica lo stesso contenuto chiave 4 volte/anno; l’algoritmo ripropone post anche a settimane di distanza, ma platee diverse vedono batch diversi nel tempo.

  • FAQ reali: parti dalle domande ricorrenti del tuo pubblico e trasformale in rubriche e caroselli.

  • Link nei post: metterli nel corpo è lecito ma riduce un po’ la portata. Se la priorità è reach, spostali nel primo commento. Per traffico “serio”, punta sulla newsletter.

Eventi LinkedIn: lead e community insieme

Gli Eventi della pagina funzionano per webinar e incontri fisici:

  • ogni membro del team può invitare i propri collegamenti (anche per settore),

  • crescita follower in target,

  • iscrizioni gestibili dentro LinkedIn, poi amplificabili con Ads.

LinkedIn Premium per pagine: serve davvero?

In generale no: non aumenta la visibilità. Ha funzioni di comodo (es. inviti automatici ai recenti interagenti). Può avere senso solo se hai campagne continuative e vuoi automatizzare quell’invito. Altrimenti, meglio investire lo stesso budget in Ads.

Per i profili: la versione Business è utile a chi fa campagne dai profili (visite al profilo = lead caldi), mentre per la sola pubblicazione non è necessaria.

Strategia dei collegamenti: un “mini CRM” personale

Per i profili coinvolti in advocacy/social selling:

  • Seleziona i collegamenti in ingresso.

  • Pulisci periodicamente contatti non più pertinenti (nessuna notifica viene inviata).

  • Segmenta e cura le relazioni con messaggi e contenuti utili (non pitch a freddo).

Team piccolo? Ecco gli step sostenibili

Se siete in pochi, partite così:

  1. Attiva la newsletter della pagina (subito dopo i 150 follower).

  2. Un articolo ogni 1–2 settimane; sponsorizzalo con una campagna leggera, “always on”.

  3. Definisci 2–3 persone chiave (es. founder/commerciale/tecnico) che pubblicano originali dai profili.

  4. Usa i caroselli PDF per i contenuti evergreen e riproposti trimestralmente.

  5. Compila le sezioni Servizi (e Prodotti se idoneo).

  6. Sperimenta gli Eventi per raccolta iscrizioni/lead e crescita follower.

Cultura interna: come superare la reticenza

L’advocacy non è un “compitino social”. Funziona quando:

  • è riconosciuta (tempo, formazione, obiettivi, anche leve non solo economiche),

  • ha linee guida chiare (un semplice “LinkedIn Welcome Kit”: tono, formati, no-go, approvazioni),

  • restituisce beneficio individuale (personal branding, visite al profilo, opportunità) e aziendale (lead, recruiting, reputazione).

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