LinkedIn per aziende: cosa funziona davvero oggi
LinkedIn è un social, sì, ma con regole sue. La piattaforma è cresciuta molto in utenti e soprattutto in ricavi pubblicitari: questo ha abbassato la portata organica delle pagine aziendali. La differenza chiave rispetto ad altri canali? Su LinkedIn il dato professionale è unico (ruolo, settore, seniority, azienda, geografia, formazione) e consente un targeting preciso, utile sia nel B2B sia — sempre più spesso — nel B2C di qualità.
Conseguenza pratica: trattalo come uno strumento professionale e integrato, non come un clone di Instagram o Facebook.
Pagina aziendale + persone: la coppia che porta risultati
Una pagina perfetta senza voci interne che la “supportano” resta zoppa. Oggi i risultati arrivano dall’incrocio di:
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Employee Advocacy: raccontare l’azienda “da dentro” con i profili di persone chiave (commerciale, HR, marketing/comunicazione, figure apicali e tecniche).
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Social Selling: usare dati e contenuti per un “corteggiamento informativo”, non per l’outreach a freddo.
Perché i profili contano: con i profili scegli (e pulisci) i collegamenti, quindi scegli il pubblico. La pagina, invece, subisce i follower.
Perché l’organico non basta più
La reach organica delle pagine è crollata: “impression” alte non significano persone raggiunte e coinvolte. Lo si vede nei click reali.
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Attenzione al bias “interno”: usando l’ABM/Hub Aziende (funzione visibile quando c’è almeno una campagna attiva), molte pagine scoprono che l’80–90% delle impression organiche arriva da colleghi del gruppo o… dai competitor.
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Errore comune: chiedere ai colleghi di “ricondividere” i post della pagina. L’algoritmo penalizza le condivisioni pure e la diffusione resta interna, poco autentica e poco “contattabile”.
Meglio: pubblicazioni originali dai profili (con voce personale) e interazioni mirate e non “di massa”.
La mossa #1 per la pagina: attiva la Newsletter LinkedIn
È lo strumento organico più efficace della pagina perché genera notifiche in-app e via email agli iscritti a ogni nuovo articolo.
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Requisiti minimi: ~150 follower di pagina e qualche contenuto pubblicato.
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Come partire: crea la newsletter; i follower saranno invitati automaticamente a iscriversi (tassi medi iniziali attorno al 20%).
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Perché funziona: le visualizzazioni dell’articolo (dato reale) superano di molto quelle dei post standard.
Pro tip: affianca LinkedIn Ads all’articolo della newsletter. Con una campagna “always on”:
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porti persone a leggere il contenuto,
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aumenti i follower di pagina,
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converti lettori in iscritti (anche indirettamente, grazie alle notifiche automatiche di LinkedIn).
Ads: non un “di più”, ma parte del canale
Dire “facciamo LinkedIn senza advertising” oggi significa guardare 20 minuti di un film e uscire dalla sala. I motivi:
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Portata organica bassa per le pagine.
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Target professionale unico (che paghi per raggiungere).
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Possibilità di ottimizzare i costi con campagne always on e creatività collegate alla newsletter.
Budget contenuti? Anche piccole realtà possono testare con soglie giornaliere ridotte e ottimizzazione progressiva.
Sezioni “nascoste” che valgono oro
Sulla pagina, oltre al feed, ci sono aree spesso ignorate:
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Servizi: elenca ciò che offri, con media e call to action; migliora la trovabilità nel motore interno.
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Prodotti: mini-schede prodotto dentro il database prodotti di LinkedIn (con categorie). Se idonei, entrate che possono riflettersi anche nell’ecosistema Microsoft/Bing. L’utente che visita può ricevere notifiche di follow-up: ottimo per la domanda latente.
Cosa pubblicare: formati e accortezze
Poco, meglio, e utile. Nel B2B (ma non solo) vince l’informazione concreta.
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Caroselli PDF: guide sintetiche, “come si fa”, check-list, use case; si leggono in muto e durano nel tempo.
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Evergreen: ripubblica lo stesso contenuto chiave 4 volte/anno; l’algoritmo ripropone post anche a settimane di distanza, ma platee diverse vedono batch diversi nel tempo.
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FAQ reali: parti dalle domande ricorrenti del tuo pubblico e trasformale in rubriche e caroselli.
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Link nei post: metterli nel corpo è lecito ma riduce un po’ la portata. Se la priorità è reach, spostali nel primo commento. Per traffico “serio”, punta sulla newsletter.
Eventi LinkedIn: lead e community insieme
Gli Eventi della pagina funzionano per webinar e incontri fisici:
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ogni membro del team può invitare i propri collegamenti (anche per settore),
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crescita follower in target,
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iscrizioni gestibili dentro LinkedIn, poi amplificabili con Ads.
LinkedIn Premium per pagine: serve davvero?
In generale no: non aumenta la visibilità. Ha funzioni di comodo (es. inviti automatici ai recenti interagenti). Può avere senso solo se hai campagne continuative e vuoi automatizzare quell’invito. Altrimenti, meglio investire lo stesso budget in Ads.
Per i profili: la versione Business è utile a chi fa campagne dai profili (visite al profilo = lead caldi), mentre per la sola pubblicazione non è necessaria.
Strategia dei collegamenti: un “mini CRM” personale
Per i profili coinvolti in advocacy/social selling:
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Seleziona i collegamenti in ingresso.
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Pulisci periodicamente contatti non più pertinenti (nessuna notifica viene inviata).
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Segmenta e cura le relazioni con messaggi e contenuti utili (non pitch a freddo).
Team piccolo? Ecco gli step sostenibili
Se siete in pochi, partite così:
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Attiva la newsletter della pagina (subito dopo i 150 follower).
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Un articolo ogni 1–2 settimane; sponsorizzalo con una campagna leggera, “always on”.
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Definisci 2–3 persone chiave (es. founder/commerciale/tecnico) che pubblicano originali dai profili.
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Usa i caroselli PDF per i contenuti evergreen e riproposti trimestralmente.
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Compila le sezioni Servizi (e Prodotti se idoneo).
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Sperimenta gli Eventi per raccolta iscrizioni/lead e crescita follower.
Cultura interna: come superare la reticenza
L’advocacy non è un “compitino social”. Funziona quando:
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è riconosciuta (tempo, formazione, obiettivi, anche leve non solo economiche),
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ha linee guida chiare (un semplice “LinkedIn Welcome Kit”: tono, formati, no-go, approvazioni),
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restituisce beneficio individuale (personal branding, visite al profilo, opportunità) e aziendale (lead, recruiting, reputazione).

